Ecco un' altro episodio delle "10 Short Stories about Fashion" scritte da Anna Sozzani, la splendida direttrice di Vogue Italia, ribadisco che so che l' articolo è lungo, ma a qualsiasi vero fashionista deve conoscere anche la storia dei capi che indossa e che hanno fatto la storia.
La mantella esercita da sempre una magia e un misterioso fascino. A cominciare dalle favole per bambini in cui il principe azzurro arriva a cavallo di un bianco destriero e con un mantello azzurro. Ovviamente.
In tutti i percorsi storici della moda e del costume mantelle e mantelli di ogni tipo si sono alternati nell'abbigliamento di ogni popolo. Nell'epoca Vittoriana il mantello o le mantelline anche ricamate o con disegni paisley per le donnesi alternano a quelle nere e foderate di pellicciaper gli uomini.
Dall'inizio del 1910 la mantella conosce un momento di grande fulgore. Paul Poiret è sicuramente uno dei primi sarti a cimentarsi nel cambio delle formee giocherà attorno alla cappa in modi diversi. Nel1911 ne fece una di velluto Batik con disegni e volute colorate in toni spenti tipici dell'epoca e finita con collo e polsi in pelliccia. Fu proprio Poiret a realizzare la prima mantella diispirazione etnica, chiamata appunto Tanger, nel1919. Nei primissimi anni '20 Estelle Winwood, un'attrice americana, viene ritratta in un abito di chiffon con cappa in tinta di Harry Collins.
In tutti i percorsi storici della moda e del costume mantelle e mantelli di ogni tipo si sono alternati nell'abbigliamento di ogni popolo. Nell'epoca Vittoriana il mantello o le mantelline anche ricamate o con disegni paisley per le donnesi alternano a quelle nere e foderate di pellicciaper gli uomini.
Dall'inizio del 1910 la mantella conosce un momento di grande fulgore. Paul Poiret è sicuramente uno dei primi sarti a cimentarsi nel cambio delle formee giocherà attorno alla cappa in modi diversi. Nel1911 ne fece una di velluto Batik con disegni e volute colorate in toni spenti tipici dell'epoca e finita con collo e polsi in pelliccia. Fu proprio Poiret a realizzare la prima mantella diispirazione etnica, chiamata appunto Tanger, nel1919. Nei primissimi anni '20 Estelle Winwood, un'attrice americana, viene ritratta in un abito di chiffon con cappa in tinta di Harry Collins.
Jeanne Lanvin ebbe una lunga tradizione nelle mantelle. Ne crea, nel 1926, una delle più belle, a forma di uovo, in velluto nero con bordi di pelliccia bianca e ricamo in perle rosa e argento, nel 1935 una in organza a diversi strati che formano come delle collarette che si vanno man mano allargando e rifinite con un ricamo. Nel 1937 ne realizza un'altra, lunga sino ai piedi, con un ricamosul dorso sempre in perle con motivi geometrici. Basterebbe guardare la Gazette du Bon Ton di quegli anni per trovarne diverse anche in pelliccia, sempre di Jeanne Lanvin.
Di Mainbocher resta famosa la mantella bianca con bordi di volpe argentata nel ritratto di Steichen. Siamo nel 1932. Sempre nella storia della fotografia e della moda, indimenticabile la mantella corta, trapuntata, rossa di Elsa Schiaparelli, fotografata dal Barone de Meyer, e il gruppo di modelle vestite con lunghe mantelle di raso, in puro stile ecclesiastico, ispirate ai quadri diGoya, di Charle James nella foto, del 1936, di Cecil Beaton. Nel 1934 Gilbert Adrian confeziona su misura per Joan Crawford una lunga mantella in oro con cappuccio.
Elsa Schiaparelli lavorò molto sulle forme delle cappe. Della sua serieAstrologie, negli anni '30, la mantella in raso rosa forte con ricamato il sole sul retro e la nuovissima Glass Cape, trasparente in Colcombet's Syntethic Rhodophane, un nuovo materiale sintetico all'avanguardia per quegli anni, che sono diventate negli anni un riferimento nella storia della moda.
Infinitamente eccentrica in quegli anni e famosa per le sue mantelle e i suoilook tanto stravaganti quanto misteriosi, resta unica e inimitabile la Marchesa Luisa Casati. Paul Poiret, Mariano Fortuny, Erté la vestirono e lei fu la musadi tanti artisti. La sua lunga storia con Gabriele D'Annunzio la rese ancora più dark e inavvicinabile. Al guinzaglio, pantere o altri animali.
La mantella come capo scenografico e da gran sera trova ancora spazio nelle collezioni di Madame Grès nel 1947, soprattutto in una cappa grigia lunga sino ai piedi con bordi di pelliccia, e in una scintillante creazione di Balenciaga del 1948, lunga, azzurra in seta moire.
La drammaticità della mantella si perde pian piano negli anni '50, diventando un capo sofisticato come si può ammirare nella foto di Henry Clarke, nel 1955. Una piccola cappa di Balmain, in foca, indossata su abito aderente e stretto in vita da una cintura.
Sempre in quel periodo la mantella si trasformò in un accessorio romantico, come fu per Jacques Fath che fece nel 1955 una tripla mantella plissettata bianca portata su un abito da sera. In quegli anni la mantella fu sostituita dalle stole più o meno grandi e quasi sempre in pelliccia.
Negli anni '60 la mantella assume un'aria più di gioco, e con un'immagine giovane e disinvolta. Per Emilio Pucci, nel 1965, era coloratissima grande e leggera, con i suoi tipici disegni, con cappuccio. Lord&Taylor ne realizza una di broccato oro sempre con cappuccio nel 1966 e Yves Saint Laurent nel 1967crea una mantella di velluto nero con camicia con jabot e scarpe con fibbia in metallo argentato, mentre nel 1970 per lui la mantella è d'ispirazione marocchina e quindi di panno pesante con cappuccio e passamanerie tutt'intorno. Sempre Yves Saint Laurent realizzerà una mantella in lana per l'entrata diMarguerite Yourcenar all'Accademie Francaise nel 1981.
Per Emanuel Ungaro, nel 1969 la mantella è in sangallo con grandi palline da ping pong sempre in passamaneria, portata con shorts assortiti e reggiseno in metallo. Stupenda la foto di Bert Stern così come quella di Gianpaolo Barbiericon Mirella Petteni avvolta in una mantella di Lancetti negli anni '70 o quella di Jane Birkin in mantella e shorts di Luba scattata da Lichfield nel 1971.
Pierre Cardin, nel 1970, disegna delle mantelle in tweed di jersey o a disegni jacquard, che avvolgono la testa scoprendo solo l'ovale del viso. Biba realizzamantelline in pelliccia e Walter Albini in lana nera. Nel 1976 inizia tutto ilperiodo etnico chic e Parkinson è il fotografo del momento. Iman viene più volte fotografata da lui in viaggi in oriente con bellissime mantelle bianche.
Con l'inizio degli anni '80 le mantelle restano solo nelle collezioni deglistilisti giapponesi come Rei Kawakubo per Comme des Garçons o Yohji Yamamoto. Ritornano negli anni '90 in poche collezioni. Giorgio Armani ne crea per la sera di velluto e seta, così come nell'Alta Moda John Galliano e Jean Paul Gaultier.
Appaiono qua e là sporadicamente in qualche collezione, come nell'ultima fatta da Alexander McQueen, ricca e ricamata, o in quella di qualche giovane stilista come Erdem.
Le mantelle hanno fascino e lasciano muoverei il corpo più liberamente. Sonofemminili e affascinanti. Come in tutti i giochi della moda ritorneranno. Prima o poi.
Credits by Franca Sozzani.
Speriamo abbiate apprezzato il post.
xoxo
S&L